PSICOFARMACI

La posizione del Centro di Aiuto Psicologico, ma anche la più condivisa in ambito psichiatrico,
per spiegare la causa dei disturbi psichici, è che nell’insorgenza di tali disturbi intervengono diversi fattori:

  • psicologici (sviluppo e storia dell’individuo, dinamiche e conflitti inconsci, soluzioni difensive e adattive limitanti la personalità)
  • sociali (contesto in cui una persona è cresciuta e vive)
  • biologici (danni genetici).

Gli psicofarmaci, in quest’ottica, sono considerati “sintomatici”, cioè aiutano ad affrontare le “fasi acute” di un disagio psichico (per alleviare o controllare sintomi come ansia, umore depresso, deliri, allucinazioni, stati di eccitamento, ecc), ma non offrono delle vere soluzioni né risolvono le cause del disagio stesso.
E’ pertanto importante, per chi soffre, avere la possibilità di uno spazio nel quale poter parlare ed esprimere tutto il dolore che sente o le difficoltà che prova.
In altre parole gli psicofarmaci devono sempre essere accompagnati da un aiuto psicologico o, quando è necessario, da una psicoterapia.

Gli psicofarmaci sono dei farmaci in grado di agire sul sistema nervoso, attraverso un’azione complessa su specifiche sostanze chimiche presenti nel cervello, tecnicamente chiamate “neurotrasmettitori o neuromediatori” (serotonina, noradrenalina, dopamina, ecc.). Gli psicofarmaci modificano l’attività dei neurotrasmettitori, potenziandola o riducendola.
Gli psicofarmaci si dividono in 4 grandi categorie:

  • Ansiolitici – Ipnotici
  • Antidepressivi
  • Neurolettici o antipsicotici

Stabilizzatori dell’umore

Ansiolitici – ipnotici

I sintomi dell’ansia sono: apprensione, irrequietezza, senso di paura e pericolo, distraibilità, difficoltà a concentrarsi, insonnia. Sul piano fisico si possono verificare irrequietezza motoria, palpitazioni cardiache, senso d’oppressione toracica o soffocamento, senso di vertigine, nodo alla gola, disturbi gastrointestinali (diarrea, vomito, nausea), sudorazione, mal di testa, ecc.
I farmaci più usati ed anche i più efficaci nei disturbi d’ansia e per favorire il sonno, appartengono alla classe delle benzodiazepine, tra i più diffusi troviamo:

  • En
  • Lexotan
  • Librium
  • Minias
  • Tavor
  • Valium
  • Xanax

Antidepressivi
Ci sono condizioni molto diverse tra loro per le quali viene usato il termine “depressione” e che vanno da uno stato d’animo occasionale e di breve durata, che si può manifestare in qualunque persona in un momento particolare della sua vita, fino ad arrivare ad una vera e propria malattia (depressione ricorrente) che può manifestarsi con quadri clinici che si differenziano per gravità, decorso, cause scatenanti e risposte al trattamento. I sintomi che caratterizzano uno stato depressivo sono: tono dell’umore depresso per gran parte della giornata, apatia (perdita di interesse e della capacità di provare piacere), astenia (perdita di forze e affaticabilità), perdita della fiducia e della stima in se stessi, idee di colpa, inutilità e inadeguatezza, visione pessimistica del futuro e perdita della speranza di guarire, facile tendenza al pianto, pensieri di morte, idee e/o gesti autolesivi, disturbi sessuali (perdita del desiderio sessuale, difficoltà nel raggiungere l’orgasmo), riduzione della concentrazione, dell’attenzione e della memoria.Il livello di gravità è determinato dalla numerosità dei sintomi presenti, dalla loro persistenza nel tempo e dal grado di compromissione delle attività sociali, lavorative, familiari, affettive di una persona.
Gli antidepressivi sono utili nel trattamento della sintomatologia depressiva, dimostrandosi spesso capaci di migliorare il tono dell’umore, di sbloccare l’inibizione psicomotoria tipica del depresso, di attivare l’appetito e, in qualche caso, di moderare l’ansia del soggetto. ma non risolvono le cause del proprio malessere psicologico, per cui vanno sempre associati alla psicoterapia.
A causa dei loro effetti collaterali sono indicati sopratutto nel trattamento delle depressioni gravi. Si rivelano molto meno efficaci e quindi altamente sconsigliati per le forme di lieve depressione.
Tra i più diffusi troviamo:

  • Anafranil
  • Efexor
  • Elopram
  • Laroxyl
  • Maveral
  • Prozac
  • Sereupin
  • Seropram
  • Seroxat
  • Zoloft

Neurolettici o antipsicotici

Le psicosi sono gravi malattie che compromettono notevolmente le più importanti funzioni psichiche di una persona: il pensiero, l’affettività, le senso-percezioni e le funzioni cognitive (attenzione, memoria, concentrazione, ecc.) ed una perdita del contatto con la realtà. Infatti, nella maggior parte dei casi, le persone affette non sono consapevoli del loro stato.
Gli antipsicotici presentano un’azione prevalentemente antidelirante e antiallucinatoria. Vengono impiegati prevalentemente per la terapia della schizofrenia e di altre manifestazioni psicotiche. Alcuni tra i farmaci più diffusi in questa categoria sono:

  • Serenase
  • Haldol
  • Largagtil
  • Moditen
  • Melleril
  • Nozinan
  • Orap

Assunti a dosaggi adeguati riducono il delirio, le allucinazioni (le voci), i comportamenti devianti degli psicotici, favorendone il reinserimento sociale. Possono produrre importanti e consistenti effetti collaterali: riduzione della mimica facciale, rigidità e tremori muscolari simili al morbo di Parkinson.

Stabilizzatori dell’umore
C’è una forma di malattia psichica caratterizzata da fasi di depressione che si alternano, periodicamente, a fasi di eccessiva ed immotivata euforia, con tono dell’umore eccitato, idee di grandezza, deliri di onnipotenza, iperattività ed affaccendamento (Disturbo Affettivo Bipolare). Questa fase, opposta a quella depressiva, viene denominata maniacale o mania acuta. In generale gli episodi depressivi sono più frequenti di quelli maniacali. Gli psicofarmaci per il trattamento della fase acuta maniacale e per la prevenzione di ricadute sono:

  • Carolithium
  • Litio carbonato
  • Tegretol
  • Depakin
  • Depamag