INTRODUZIONE ALLA PSICOTERAPIA E RIABILITAZIONE PSICHIATRICA

“Psico-terapia” deriva dal greco “psichè” (anima, soffio vitale) e “therapeia” (cura): in senso letterale, quindi, fare psicoterapia significa “prendersi cura dell’anima”, cioè della mente, del mondo interiore.
La psicoterapia psicoanalitica, in particolare, si basa su due fondamentali scoperte di Sigmund Freud:

  • L’esistenza dell’inconscio in cui sono nascosti alla coscienza parti importanti del pensiero e delle motivazioni del nostro agire, così che nessuno di noi può mai essere del tutto consapevole di ciò che fa, del perché lo fa, di quali siano le ragioni che lo muovono. Ma anche la possibilità di imparare ad indagarlo e di comprenderne le interferenze negli stati d’animo e nell’agire quotidiano.
  • La tendenza di chiunque a replicare in ogni situazione e relazione del presente scenari antichi, situazioni emozionali già vissute in tempi precoci della vita, percezioni dell’interlocutore distorte, almeno in parte, dall’inconscio ricordo di persone significative del passato. Si chiama “transfert” la tendenza, onnipresente nelle relazioni umane, a trasferire inconsapevolmente sulle persone del presente i sentimenti del passato. Questo si ripete sicuramente anche nel rapporto col terapeuta e per questa ragione il transfert diviene oggetto di costante attenzione e di analisi nel dialogo che si sviluppa tra terapeuta e paziente. Ciò consente di imparare a riconoscere sempre di più i modi precostituiti e ripetitivi di relazionarsi che vengono messi in atto senza rendersene conto.

Riappropriandosi di una nuova capacità di controllo sull’interferenza del passato nel presente, emergono nuovi e più liberi modi di comportarsi e di determinare ciò che nel presente accade. Si acquista, insomma, una padronanza di sé e della propria vita che prima non era possibile.
Le ansie incomprensibili, i disturbi fisici senza chiara origine, le paure irrazionali, le profonde tristezze senza fine, la sfiducia in se stessi e nella vita, le esagerate diffidenze sulle intenzioni altrui, le difficoltà a consolidare relazioni affettive, le difficoltà a portare a compimento un atto sessuale, sono i sintomi di un malessere che chiede di essere preso in considerazione, ma occupandosi di questo si scopre anche che essi rappresentano modi di funzionare, aspetti della personalità, così come ha potuto venire a costituirsi attraverso l’esperienza della propria vita.
Si tratta di comportamenti che hanno radici antiche, nati per far fronte alle prime angosce che si sono incontrate, e che avevano lo scopo di difendere dal dolore così come allora si presentava e con gli strumenti che la fragile personalità infantile aveva a disposizione.
A volte si tratta di modi stabili di funzionare, che interferiscono però con una buona qualità della vita. Altre volte si tratta di regressioni a modi di funzionare che erano stati superati, ma che ritornano presenti nei momenti critici.
La psicoterapia è l’occasione che si offre a questi aspetti sofferenti della personalità di venire alla luce, di essere scoperti e capiti, di essere accolti all’interno di una relazione sicura e costruttiva col terapeuta per poter essere poi integrati in modo consapevole e responsabile nella vita adulta, non più abbandonati nell’oscurità dell’inconscio dove tutto si ripete all’infinito, senza possibilità di sviluppo e di crescita.
La mente vive di relazione. Inizia a costituirsi nella primaria relazione con la madre e continua a svilupparsi sulla base dell’esperienza che viene fatta della relazione con tutte le altre persone significative della vita. Così la psicoterapia si costituisce come relazione tra paziente e terapeuta, relazione, questa volta, che non viene solo inconsapevolmente sperimentata, ma che è essa stessa oggetto d’analisi e perciò fonte di consapevolezza.
Attraverso il rapporto con il terapeuta i pazienti vengono aiutati a verbalizzare sensazioni, sentimenti, stati d’animo, affetti legati ai comportamenti ritenuti inadeguati o che comportano sofferenza e vengono aiutati a formarsi una visione di sé intera e più ricca.
La prima forma di psicoterapia è stata la Psicoanalisi, teorizzata e sperimentata da Sigmund Freud e dalla scuola dei suoi seguaci, ed era caratterizzata dall’essere sempre una relazione duale tra analista e paziente, regolamentata da una serie di regole che si riteneva fossero indispensabili per lo sviluppo della relazione e della terapia.
In oltre un secolo di esperienza e di dibattito scientifico, si sono aperte però spesso nuove strade, che hanno portato a ritenere trattabili una sempre più vasta gamma di sofferenze e patologie, e che hanno anche portato a modificazioni “tecniche”, ovvero a sperimentare il lavoro terapeutico in situazioni diverse da quelle originariamente sperimentate, abbandonando in parte le vecchie “regole” e sperimentandone di nuove.
Da questo sono nate la terapie di gruppo, di coppia, ed infine anche a distanza.

ASPETTI PRATICI
Dopo alcuni colloqui che sono necessari per avere una prima comprensione del problema, terapeuta e paziente si accordano su una serie di aspetti organizzativi:

  • il tipo di psicoterapia: individuale, di coppia o di gruppo.
  • il numero delle sedute: si differenziano a seconda del tipo di psicoterapia scelto.
  • la durata di ogni singola seduta: anch’essa diversa in relazione al tipo di psicoterapia.
  • il costo: si attiene al tariffario dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, gode di esenzione dall’IVA in quanto prestazione sanitaria, e le fatture possono essere utilizzate per il rimborso annuale o per la riduzione del reddito imponibile;
  • le modalità di pagamento: di consuetudine mensile, ad ogni ultima seduta del mese, tramite contanti, assegni, bonifici o quant’altro concordabile;

UN CHIARIMENTO INDISPENSABILE
E’ importante distinguere le diverse figure professionali che si possono incontrare quando si inizia a cercare un aiuto psicologico:

  • LO PSICOLOGO: è un laureato in Psicologia, abilitato dallo Stato italiano a fare colloqui di sostegno e a somministrare test diagnostici e di orientamento. Non è autorizzato a esercitare la psicoterapia.
  • LO PSICOTERAPEUTA: è uno psicologo o un medico che, dopo la laurea, si è specializzato presso una Scuola di formazione quadriennale apprendendo le principali tecniche di trattamento e operando, per un periodo variabile, nel Servizio sanitario nazionale o in strutture convezionate.
  • Le scuole di psicoterapia psicoanalitica prevedono anche che il terapeuta in formazione si sottoponga egli stesso a psicoterapia personale.
  • Lo psicoterapeuta sa condurre colloqui clinici e diagnostici, test, counseling e psicoterapia, ed è in grado di affrontare una vasta gamma di disturbi, dal lieve disagio esistenziale alla sofferenza psichica grave.
  • LO PSICOANALISTA: è un medico, uno psicologo o uno psicoterapeuta che, dopo un lungo percorso di formazione scientifica e culturale, comprendente anche un’analisi personale della durata di molti anni, necessaria per sviluppare le proprie capacità di introspezione ed empatia, si dedica in modo peculiare all’indagine e alla cura delle cause inconsce della sofferenza psichica.
  • LO PSICHIATRA: è un medico specializzato in psichiatria. Ha conoscenza teorica e pratica nella diagnosi e cura dei disturbi mentali e ha competenza nell’uso degli psicofarmaci.
  • Le regole dell’Ordine dei medici consentono agli psichiatri, come a qualsiasi medico, di iscriversi negli elenchi degli psicoterapeuti senza che venga richiesta nessuna formazione specifica. Alcuni psichiatri fanno la scelta personale di iscriversi a specifiche scuole di formazione in psicoterapia ed anche a sottoporsi a psicoterapia. In questo caso raggiungono una competenza effettiva, oltre che come psicofarmacologi, anche come psicoterapeuti al pari degli psicologi specializzati.
  • IL NEUROLOGO: è un laureato in medicina che ha proseguito la formazione specializzandosi in Neurologia. Si occupa di malattie del cervello, dei nervi e dei muscoli, (Ictus, Sclerosi a Placche, Morbo di Parkinson, malattie Neuromuscolari, Epilessie, Diagnostica di Tumori e malattie Cerebro-vascolari, ecc.), insomma delle malattie organiche del sistema nervoso centrale e periferico.

RIABILITAZIONE PSICHIATRICA

L’attività riabilitativa psichiatrica è volta a prevenire o minimizzare le molteplici conseguenze della disabilità psichica, aiutando l’individuo a sviluppare e a usare le proprie risorse, acquisendo fiducia in se stesso, attraverso positive esperienze di rapporto con l’ambiente sociale.
La riabilitazione psichiatrica si articola attorno a due fondamentali strategie di intervento:
1) il recupero delle abilità del paziente, che possono essere state compromesse dal disagio psichico, e che vanno dalla più elementare capacità di prendersi cura di sé (pulizia personale, fare compere, riordinare l’abitazione ecc.) allo sviluppo di capacità sociali complesse (stare a contatto con gli altri, appartenere a un gruppo ecc.);
2) lo sviluppo delle risorse dell’ambiente, per sostenere e facilitare l’intervento operato sull’individuo.
In particolare, soprattutto negli ultimi anni, si è sottolineato il fatto che lo scopo fondamentale della riabilitazione psichiatrica non è la semplice eliminazione dei sintomi e l’evitamento delle ricadute. Ii trattamento è volto a promuovere lo sviluppo di capacità che migliorino la qualità della vita.
Il nostro programma integrato di riabilitazione prevede che l’individuo passi da una condizione di pressoché nessuna autonomia (il ricovero in ospedale e nessuna occupazione stabile) a una condizione di autosufficienza.
Naturalmente, non tutti gli individui possono effettuare interamente il percorso previsto: questo, infatti, rappresenta un modello di riabilitazione ideale, al quale ci si può avvicinare in misura più o meno grande, a seconda delle capacità del soggetto e delle risorse messe a disposizione dell’ambiente sociale.
Il nostro programma ha come finalità quella di fornire ai soggetti con disabilità psichica, cure e supporto riabilitativo sia individuale che familiare e di gruppo, attraverso:

– Visite psichiatriche;
– colloqui psicologici;
– colloqui con i familiari;
– attività riabilitative;
– attività espressive *
– attività ludico ricreative;
– attività di sostegno ed accoglienza diurna.

* L’individuo, a qualsiasi punto del suo percorso evolutivo, può dare vita a processi di cambiamento, in sintonia con le proprie potenzialità di linguaggio. La creatività quindi, si pone al centro dello sviluppo umano: essa, quando viene riconosciuta e integrata come parte fondamentale dell’esperienza, permette, nel corso della vita, di far divenire congruente il proprio mondo immaginativo interno con la realtà esterna, rendendo plasmabile il confine tra realtà e fantasia.

Questo “possibile” incontro viene particolarmente favorito negli atelier in cui si propongono attività pittoriche, ceramico/scultoree, spesso presenti negli ambiti socio/educativi.

Per fare in modo che le attività proposte non siano intese solo come soluzioni da offrire in spazi ricreativi/occupazionali è necessaria la presenza di operatori coscienti della potenzialità dell’esperienza estetica, come promotrice di un profondo cambiamento personale.

Il setting di un atelier espressivo diventa così il luogo dove la relazione fisica con i materiali presenti riattiva direttamente le esperienze di contatto e di comunicazione pre-verbale. La condizione ideale perché percezioni ed emozioni, spesso non esprimibili ed esauribili verbalmente, trovino dimora, spazio e soprattutto una relazione accogliente, non giudicante e in grado di compiere un accompagnamento in particolari momenti del percorso evolutivo personale.

L’esperienza artistica offre così la possibilità di percepire l’indispensabile senso di fiducia nelle proprie capacità, creative e trasformative, necessarie per compiere un percorso di crescita personale.